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Piantagioni di caffè, papaya e canna da zucchero

Primo giorno effettivo alle scoperte delle isole Figi.
Siamo dirette verso Mataqe Sigatoka dove si trova il quartiere generale del Bula Caffè, il caffè prodotto nell’arcipelago.
La sede si trova a poca distanza dal mare e vediamo alcuni pescatori recuperare le reti, poco lontano da noi.
Incontriamo Dee che, sotto ad una grande albero sempre verde, tipico delle isole del Pacifico (Dilo tree, Tamanu - Albero Dado Tamanu), ci fa assaggiare il primo caffè di oggi, e intanto ce ne spiega le peculiarità.
La storia del caffè delle Figi è decisamente particolare perché solamente nel 2011, la popolazione locale ha capito che le piccole bacche rosse che i bambini succhiavano come snack, erano bacche di caffè e le piante crescevano spontanee e in gran quantità. Da allora si è cominciato ad istruire le piccole comunità dell’entroterra a gestire questa risorsa, dalla raccolta alla tostatura.
Per farci meglio comprendere le caratteristiche della pianta, la nostra guida ci accompagna in una piccola serra dimostrativa, dove si vedono piante in vari stadi di crescita.
Una fase importante per ottenere un buon caffè è l’essicazione, che viene fatta all’aperto, su grandi bancali e sfruttando il calore del sole, che a queste latitudini è un grande alleato.
Per poter crescere bene il caffè ha bisogno di ombra, le piante spontanee nascono dove già ci sono condizioni favorevoli, mentre per fare ombra a quelle coltivate, si usano i banani, perché lasciano comunque filtrare un po’ di sole, e soprattutto, non entrano in competizione con le piante di caffè per l’acqua.
La filiera produttiva vede l’importante coinvolgimento delle popolazioni locali e soprattutto delle donne; la fase preferita in assoluto, è quella dell’essiccazione, dove i chicchi devono essere mossi ogni mezz’ora circa, perché possano asciugare bene. Questo momento permette alle donne di chiacchierare tra loro e il rumore dei chicchi che sfregano, uno contro l’atro, è anche molto piacevole e rilassante.
È il momento di fare un secondo assaggio, questa volta il caffè è preparato con la moka, è più intenso ma altrettanto aromatico del primo.
Ci viene mostrata anche la macchina che smista i chicchi in base alla grandezza, che poi vengono messi a riposare in sacchi di iuta, fino al momento della tostatura.
Si chiude in bellezza con un chicco di caffè ricoperto di cioccolato, anche il cacao è rigorosamente a chilometro zero.
Lasciamo la piantagione e raggiungiamo il parco nazionale “Sigatoka sand dunes” che, come si può intuire facilmente, comprende una zona con alte dune di sabbia. Per vederle raggiungiamo un punto panoramico, percorrendo un ripido sentiero.
Sugli alberi della foresta, vediamo volare delle volpi volanti, grandi pipistrelli che si nutrono di frutta e che costituiscono gli unici mammiferi che vivono nel parco.
Lungo la costa invece, si sviluppano le dune di sabbia, le più ampie del Pacifico.
Ci rimettiamo in viaggio, lungo la via abbiamo già notato prima numerose bancarelle di papaia, ci fermiamo e cene facciamo tagliare un paio dalla signora che le vende. Sono buonissime, mature, dolci, polpose… Riprendiamo la via fino a che notiamo una casetta blu molto graziosa e, appena scendiamo dalla macchina ci viene incontro una bambina e le offriamo una delle nostre caramelle.
Un’altra coltura diffusa alle Figi, oltre al caffè e alla papaia, è quella della canna da zucchero; infatti, ci sono distese piccole e grandi, che ondeggiano lievemente al vento.
Lungo la strada principale di Nadi, ai margini del centro abitato, si trova il Tempio Hindu Sri Siva-Subramaniya. Lo avevamo già visto ieri, ma oggi ci siamo fermate per osservarlo meglio. È davvero spettacolare così colorato!
Giriamo le ultime immagini della giornata, prima di rientrare al campo base.

Redatto da: Chiara

 
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