Siamo solo noi oggi su questa barca.
Siamo solo noi che non abbiamo più rispetto per niente neanche per la gente. Ed è proprio quello che non si potrebbe che vorrei. Non si può, non si può, non si può… non puoi andare dove vorresti andare.
Non c’è più niente da dire.
A volte la gente è strana prima si odia e poi si ama cambia idea improvvisamente e tu non le riesci stare al passo.
Ora quando tendiamo le orecchie al vento non si odono più preghiere o suppliche. La voce del muezzin non risuona più.
In un ammanto di coralli e pesci ci tuffiamo in una giornata calda, poetica, il cielo è d’un azzurro chiarissimo, siamo nella spiaggia di Hamata, sull’isolotto Seal, un miracolo trionfale d’arte naturale.
La sicurezza della nostra pelle ci rallegra e la musica immensa esplode in tutto lo spazio creando per un attimo una vita che se ne frega di tutto.
La gente dell’equipaggio s’entusiasma, acclama in egiziano, alza la musica per vedere le quattro donne ballare, affascinati dal bello spettacolo.
Io voglio vivere così. Voglio una vita che se ne frega di tutto. Voglio una vita che non è mai tardi. Voglio una vita e la voglio piena di guai!
Dal diario di Clarissa
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