Egregia Iside, Grande Maga, protettrice e garante di una felice navigazione,
non solo dispensatrice di vita felice al di là della morte, ma pure in grado di far calmare gli agenti della divina follia.
Volevo ringraziarla perché oggi ci hai donato magia alla giornata.
Il vento ha portato avanti ai miei piedi una vecchia pagina rovinata, ingiallita, bucata. In arabo vi è scritto:
“Nel nome di Dio, il Compassionevole, il Misericordioso.
Cerco rifugio presso il signore degli uomini,
il sovrano degli uomini,
il dio degli uomini,
dal male del sussurratore furtivo,
che sussurra nei cuori degli uomini,
sia esso tra jinn o tra gli uomini”.
Scopro che è l’ultima pagina del Corano. La proteggo e la custodisco per sempre con me, mi hanno detto che mi proteggerà.
Egregia Iside,
proprio oggi arriviamo alle porte del suo tempio per ringraziarla.
Sull’isola di Philae ci facciamo lasciare da una barchetta. Accorriamo al suo altare, ci inchiniamo lì dove un tempo i fedeli vi pregavano e le dedichiamo parole di fede. È diventato così raro credere, avere fede. In queste terre quasi dai per scontato che tutti credano in Allah, quasi non accetti quando qualcuno ti dice che non crede.
Su di una feluca siam saliti, un ragazzo nubiano ci ha accolto con un tamburello, ci siamo messi a ballare e suonare. I tratti dei ragazzi nubiani sono ben definiti, gli zigomi sempre alti e la loro pelle nera lucente. Mai gli avrei dato 27 anni, e mai avrei ascoltato questa risposta.
- Tu perché credi?
- Io non credo in nessun Dio, io credo solo nella potenza del Nilo.
Dagli egizi questo fiume era considerato il padre degli dei. E lo adoravano, riconoscendogli grandi metri di prosperità: “Salute a te, o Nilo, che sei uscito dalla terra, che sei venuto per far vivere l’Egitto!”.
A me però questa risposta mi ha allibita, penso che sia la prima persona di queste terre che ho sentito dire che non crede. Alla fine quando viaggi davvero ti si aprono gli orizzonti.
Egregia Iside,
oggi voglio dirti che io quando sono entrata nel tempio ho creduto in te, nella tua magia, nella tua fecondità e fertilità. Ho creduto nella tua potenza, nella tua bellezza. Iside oggi mi hai fatto capire che non deve esserci un motivo se voglio credere in te, io ci credo e basta.
Così con meno perché nella testa noi donne in perenne navigazione, attente al panorama che la natura ci regala, veniamo catturate dall’immagine di quattro bambini anneriti dal sole che si tuffano nel Nilo.
Ci godiamo il tramonto a filo d’acqua, il canto dei bambini nubiani sempre più si allontana da noi, siamo sulla terraferma.
La linea dell’orizzonte brilla e la luna rossa piano piano si alza. La natura è più potente che mai.
Dal diario di Clarissa
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