RICOLARONCATOFRANCOROSSOJEEP
 

All'origine c'era una donna

Verso l’Egitto volgiamo il nostro viaggio, desideriamo che sia lunga la via e colma di conoscenza.
Da oggi ci saranno tanti mattini d’estate che ci vedranno entrare in posti sconosciuti prima. Donnavventura ci ha donato questo viaggio, e noi con la cautela dei cristalli lo affronteremo, faremo brillare la costellazione più antica e dolce viva solo all’epoca dei faraoni.
Al nostro arrivo veniamo inondate da un’emozione che ci tocca il cuore e il corpo: i bagagli smarriti!
Ma non siamo nel mondo delle favole?! Qui questo non dovrebbe succedere, tutti lo sappiamo. E quindi cos’è successo? Chiudo gli occhi li riapro no, purtroppo i bagagli non ci sono. Nessun vestito, nessuna mutanda, nessuna crema, nessun … niente. Ma, mi avevano detto che qui si avvera tutto ciò che desideriamo… chi avrà mai potuto desiderare questo! Capiamo in un secondo che è stata la maledizione di Tutankhamon. Corriamo al tempio di Luxor per chiedere perdono al dio Amon – Ra, una tra le divinità più importanti dell’antico Egitto. All’ombra dell’ultimo sole sorge un tempio dedicato al dio del sole e del creato. Entriamo, percorriamo il viale delle sfingi, ci inchiniamo davanti al faraone e rimaniamo sconvolte, atterrite dalla grandezza e maestosità del tempio. La grandiosità del complesso riflette l’importanza di Luxor, anticamente conosciuta con il nome di Tebe. La Tebe delle Cento Porte, così chiamata da Omero nell’Iliade proprio per l’imponenza della sua storia. I greci da sempre hanno visto gli egizi come custodi di una sapienza antica. Dal racconto epico ritorniamo alla realtà, qui sotto l’obelisco ascoltiamo la voce del muezzin e capiamo che l’incantesimo si è sciolto: le valigie ci aspettano in camera.
Finalmente i gruppi s’incontrano, si scontrano, si mischiano e poi qualcuno scompare. Questa è la legge unica della vita. Qui due Donnavventura si uniscono al gruppo in corsa, per darsi un cinque con alcune che presto ci lasceranno e stringersi la mano e partire lontano con le altre che proseguiranno il viaggio.
Ma se all’origine c’era una donna di che donna stiamo parlando? Beh di sicuro era una donna avventurosa, selvaggia, pronta a tutto, e non parlo di Eva, né di Cleopatra. Era una donna che può, anche se sappiamo bene che Donnavventura può, non parlo neanche di lei, ebbene questa donna si chiama Hatsepsut, una regina che ha regnato per più di vent’anni e per farlo si è dovuta travestire da uomo ornando il suo viso con una barba a punta. Vi siete chiesti come sia stato possibile che una donna sia diventata faraona?
Ebbene, mettetevi comodi che vi voglio raccontare una storia. Tanti e tanti anni fa morì il padre di Hatsepsut, il faraone Thutmose I. Sappiamo bene che solo gli uomini potevano ottenere questo titolo. Così quando morì suo padre il trono passò a suo figlio, Thutmose II. Hatsepsut sposò suo fratellastro per mantenere la linea di sangue reale all’interno della famiglia, però questo fu un matrimonio di infedeltà e soprattutto senza prole. Così tra le infedeltà dell’uno e dell’altro emerse una storia d’amore tra Hatsepsut e un architetto. Alla morte del marito, la regina rimasta vedova, cercò di realizzare il suo sogno di bambina e diventare faraona. Aiutata dai sacerdoti e dal suo amante, crearono una storia alquanto surreale: la divina nascita di Hatsepsut. Il Dio Amon trasformatosi in
Thutmose I si sarebbe unito con sua madre, la quale grazie alla presenza di figure divine e oracoli durante il parto, avrebbe creato un essere semidivino conferendole il diritto assoluto di governare come faraone, ecco la nascita divina di Hatsepsut.
Ancora una volta tutto nasce da una donna, dalla sua creatività, dal suo ingegno, dalla sua bellezza.
Qui in questo punto del mondo, in queste terre di Medio Oriente non posso non pensare alla regina che sedusse tutti: Cleopatra. Lei che dipingeva i suoi occhi con un tocco di carbone e le sue gote con dei papaveri fatti macerare in acqua gelida.
Dove ti trovi oggi Cleopatra?
Anche se tutti sappiamo bene la sua vita, ci sono certe storie così tanto inimitabili che attraggono tuttora la curiosità e l’interesse di nuove genti attraverso i secoli, con Cleopatra si dimostra quanto è vero che all’origine di ogni grande cosa c’è una donna. Qui in Egitto il suo fascino si avverte, si sente. La sua aurea disegna il cammino del nostro viaggio.
Così giungiamo al Tempio di Karnak, il centro del culto di Amon-Ra, dove chiudiamo gli occhi, posiamo delicatamente le mani sull’altare ed esprimiamo un desiderio. Ritorniamo al tempo dei faraoni, entriamo nei tempi sacri, preghiamo ed aspettiamo che il desiderio si realizzi. Qui le benedizioni divine si riversano sui devoti e sui regnanti all’interno del tempio. Seguendo una processione di gente ripercorriamo il cammino dove un tempo venivano trasportate le statue degli dei durante la festa di Opet in una processione lungo il Nilo. Terminiamo la giornata proprio lì dove tutto ebbe origine, sul lago sacro nelle acque primordiali dove secondo la cosmogonia egizia, la vita nacque.

Dal diario di Clarissa

 
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