Il Deserto Occidentale sembra non avere una fine… anche oggi ci attende una lunga tappa di trasferimento.
Salutiamo lo staff e i proprietari dello Sherazade Camp, dove abbiamo trascorso questi ultimi due giorni e ripartiamo in direzione sud-ovest verso l’oasi di Dahkla.
Godiamo per svariati chilometri della vista del Deserto Bianco, percorriamo una pista polverosa di calce e gesso, che fa alzare una nuvola bianca tra un fuori strada e l’altro.
Viaggiando notiamo diversi impianti con pannelli solari, del resto non c’è posto più assolato del deserto! In questo periodo le giornate dono torride, con temperature che si aggirano intorno ai 40 gradi, l’aria è bollente e la sabbia ustionate.
Passiamo diversi posti di blocco dell’esercito, il primo per uscire dal Deserto Bianco perché essendo un’area naturale protetta, richiede permessi per accedervi. Vengono accuratamente verificati passaporti e documenti, dopodiché riprendiamo la via attraverso il deserto.
Arriviamo all’oasi di Dakhla che è la nostra meta finale, ma tiriamo dritto perché vogliamo rivedere uno dei luoghi del cuore di Donnavventura, Al Tarfa, dove avevamo soggiornato durante la spedizione del 2010.
Pochi giorno fa avevamo cenato al Cairo con il proprietario del lodge, che ci aveva invitato a tornare, anche solo per un pranzo o per bere un tè e così abbiamo fatto.
E’ stato emozionante ripercorrere quel viale di tamerici che danno il nome al lodge e rivedere ambienti familiari, ritrovare quella cura dei dettagli e l’atmosfera calda di un tempo.
Abbiamo pranzato sentendoci a casa.
Dopo una lunga pausa pomeridiana, fatta non per pigrizia ma per sfuggire alle alte temperature, ci dirigiamo verso il nostro nuovo campo base a Dakhla, un lodge situato in cima ad un’altura, con le fattezze di un antico villaggio egizio. Sembra proprio una cittadella fortificata, con case di color rosso mattone, separate da viuzze fra le quali soffia un vento caldo che sembra provenire da Marte, anche l’aria è incandescente, persino molte ore dopo il tramonto quando stiamo per andare a dormire.
Dal diario di Chiara
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