Il risveglio nell'oasi è tutt’altro che dolce, alcune ragazze hanno avuto qualche piccolo problema di pancia, probabilmente hanno mangiato qualcosa che le ha disturbate, è abbastanza normale quando si viaggia in un paese diverso dal proprio.
La colazione è super abbondante, cereali, pane, marmellata, frittatine, torte, muesli e anche una zuppetta di fagioli, hanno fatto il pieno di energia per affrontare la giornata.
La prima tappa di oggi è Gebel el Matwa, la montagna dei morti, che ieri avevamo solo visto di sfuggita.
Chiara ci racconta che ospita risalenti alla XXVI dinastia e al periodo tolemaico. Sono state identificate 1200 tombe, scavate in profondità nella montagna e ogni tomba rettangolare termina con una corte quadrata. Solo due sono ben conservate, la prima è una tomba incompleta di Mesu-Isis, con una decorazione costituita da cobra rossi e blu posizionati sull’ingresso, l’altra è la tomba di Si Amun, riccamente decorata.
Comincia a fare veramente caldo, ci spostiamo verso un luogo emblematico dell’oasi, i bagni di Cleopatra. Si tratta di una vasca rivestita di lastre di pietra dove la più celebre regina d’Egitto, faceva il bagno insieme al suo amante il generale Marco Antonio, una storia d’amore che ha ispirato tanta letteratura e innumerevoli film. Vanessa e Aliai non ci pensano due volte e si tuffano nella vasca! È alimentata da una delle innumerevoli sorgenti naturali che hanno permesso all’oasi di prosperare.
Insieme alle due ragazze del team, ci sono anche alcuni bambini che si tuffano e fanno il bagno. La vasca infatti, è frequentata anche dalla gente del posto, non è un’asettica attrazione turistica.
Ci rimettono in marcia verso la nostra prossima tappa. Al limitare dell’oasi si estende una serie di laghi salati, grazie e piccoli. Occupano una grande superficie e il sale che viene estratto, viene mandato principalmente in Europa per essere gettato sulle strade ghiacciate, viene impiegata o nell’industria per il raffreddamento di certi macchinari, solo una piccola parte è destinata ad uso alimentare.
Individuiamo una piccola polla di acqua chiara, il colore è incredibile, un azzurro intenso orlato dal bianco del sale, che coi suoi cristalli crea dei merletti. Ci immergiamo in questa meraviglia e ci godiamo la sorpresa di galleggiare! La concentrazione di sale è molto alta, questo porta i corpi a rimanere in superficie, lo sapevamo, ma sperimentarlo è tutt’altra cosa!
La mattinata è stata ricca, torniamo al campo base per il pranzo e ci portiamo avanti con il lavoro ai computer nelle ore più calde.
La giornata riserva ancora una grande emozione… saliamo sui fuoristrada e ci dirigiamo verso le dune di sabbia. Siwa regala scenari molto diversi tra loro, è sufficiente uscire dal nucleo verde dell’oasi di pochi chilometri, per trovarsi in mondo sospeso tra cielo e sabbia. Le dune si susseguono con il loro colore giallo paglierino, la sabbia è fine e qui e là si intravedono delle impronte lasciate da qualche animale che trotterella nella notte. Le ragazze sono ammaliate da questo spettacolo, per alcune di loro è la prima volta al cospetto dell’immensità del deserto, un ambiente naturale che trasmette forza e calma allo stesso tempo. Gli occhi seguono il profilo delle dune intonse, mentre il sole sta piano piano tramontando.
Dal diario di Chiara
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