






Un passo… due passi… tre passi e quattro. Ok ferma, guarda a destra, guarda a sinistra, sorriso, inchino, saluto… Tutto nella norma: stella attesa e acclamata del Red Carpet.
Venezia, 76ª edizione della Mostra internazionale d'arte cinematografica.
Domenica 1 settembre 2019.
Il sole inizia la sua sonnolenta discesa dietro al campanile di San Marco, gli ultimi raggi illuminano un tappeto che più rosso di così non può essere.
Un maxi caftano turchese costellato di fiorellini colorati che spaziano dal blu al bordeaux, occhiali dalle lenti scure ma non troppo, per permettere quel vedo e non vedo in modo che i flash dei fotografi riescano ad immortalare gli occhi emozionati nonostante sia un’habitué del Red Carpet.
Pochi dettagli ma perfettamente azzeccati, non c’era dubbio. Brilla di luce propria, da vera diva qual è.; tutti sono incantati nel guardare il leggero fluttuare del suo abito di chiffon con le maniche lunghe, castigato ed accollato, con una leggera coda che sembra danzare davanti agli obiettivi puntati su di lei. Passi lunghi e decisi, in stile “Il Diavolo veste Prada”, con un ultimo tocco di classe, le pumps rosso fuoco con il tacco a spillo. Divina.
Riapro gli occhi, me li stropiccio per bene, mi pizzico un braccio, ebbene sì…. lei è Meryl Streep. A qualche passo da me. È tutto vero.
Poi rivolgo lo sguardo più vicino, a qualche centimetro dal mio naso.
Un cappello Geo, come il mio, una camicia bianca, come quella che indosso io, un paio di pantaloni “verde kaki” eleganti al punto giusto che calzano a pennello, scarpe da ginnastica ancora immacolate, l’immancabile marsupio. Non riesco a capire fino in fondo cosa sta succedendo fino a quando non sento il mio nome: “ma lei è quella di Udine”. Mi sveglio dal torpore che mi avvolge continuando a sorridere con tutti i denti che ho.
Sono io, sono quella di Udine, e non sono sola. Siamo in quattro, perché la nostra forza è essere insieme. Sono Donnavventura. Nel profondo: del cuore, della mente, del corpo. Ho un abito cucito addosso, che non sarà il caftano di Givenchy, ma racconta la mia storia, la mia vita, e per me brilla più di tutte le paillettes e gli strass del mondo.
Per un giorno della mia vita mi sento una principessa, diva e Donnavventura al tempo stesso. Un connubio difficile da immaginare considerando il profilo umile e avventuriero che solitamente ci contraddistingue. Ma i contrasti per noi sono di casa. E allora richiudo gli occhi e continuo a sognare. Il mio primo, e penso proprio unico, Red Carpet, nelle vesti che più mi si addicono. L’emozione è tanta, sfiora la commozione, ma è tutto così breve ed intenso che non c’è nemmeno il tempo di rendersi conto di ciò che sta accadendo. Tra attori affermati, starlette nostrane, special guests e personaggi di spicco del mondo del cinema e dello spettacolo, abbiamo la fortuna anche noi di calcare il tappeto rosso più famoso del Bel Paese. Secondo solo per fama e storia a quello degli Oscar.
E quando ti si presenta un’occasione del genere sai già che non potrai essere all’altezza. Ma ci provi. Ti armi di tutto il coraggio che hai e pensi: “siamo insieme, siamo noi, siamo le Donnavventura, possiamo farcela”. Ed è proprio quel che succede.
Cammino a testa china fino alla balaustra che mi separa dal grande momento, sento rumore di scatti di macchine fotografiche, a me molto familiare per tutte le volte che l’ho fatto o l’ho sentito in spedizione, vedo le luci a intermittenza dei flash che si rivolgono ora su un’acconciatura da star, ora su uno smoking di alta sartoria.
Inizia il conto alla rovescia e tocca a noi.
Trucco solo accennato, capelli pettinati dal vento, cappello in testa a nascondere i sudori freddi e a catturare ogni singola emozione, ogni sensazione, ogni fotografia, ogni istante di un momento magico.
Qualche passo insieme alle altre poi un abbraccio solido e forte, quello di Mauri, che prima di Meryl Streep calca il tappeto rosso con delle scarpe… rosse. La tensione si scioglie, il sorriso rimane. Ancora un po’ di scatti, tutti per noi, solo per noi. Donnavventura di qua… Donnavventura più su, guardate giù, giratevi a destra. E nel giro di qualche minuto il nostro momento finisce: percorso netto, senza intoppi. Sono convinta che anche io in questo momento brillo di luce propria.
Mi sento raggiante, mi sento bellissima, ma soprattutto mi sento me stessa.
Catapultata per qualche ora in una favola, fatta di esclusività, di hotel extra lusso, di truccatori che cercano di renderti speciale, di sguardi a volte invidiosi, a volte di adorazione. Una fiaba in laguna, con motoscafi privati e cene straordinarie, gondole romantiche e amiche per la pelle con cui ho condiviso un momento indimenticabile.
Basta uno sguardo d’intesa per capire che è tutto a posto. Siamo al posto giusto, nel momento giusto. Stiamo festeggiando i trent’anni di Donnavventura, un’avventura di cui anche noi, in parte abbiamo scritto la storia.
Non posso che essere orgogliosa di tutto questo, riprendo in mano il cappello, lo giro alla ricerca delle emozioni intrappolate, non le voglio far volare via, vorrei custodirle per sempre per potermi ogni tanto cullare nella piacevole sensazione di calore e felicità che emanano, poterle “toccare” come ricordo indelebile di un’esperienza straordinaria.
Donnavventura è così: semplice e vera. Ti stupisce, ti lascia senza parole, ti toglie il fiato, ti regala avventure che forse potresti vivere anche in altre circostanze, ma che con Donnavventura non hanno prezzo.
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